Ma in fondo, l’Europa piace agli Inglesi?

Nel suo commento nel Corriere della Sera (dell’11 dicembre 2011): Ma l’Europa agli inglesi sotto sotto non dispiace – Mi auguro che indìcano davvero un referendum sull’Europa Beppe Severgnini parla dell’atteggiamento ambiguo dell’Inghilterra verso l’Europa, sperando che indìcano, effettivamente, il referendum sull’appartenenza all’unione, per uscire dal grande equivoco: dentro o fuori. Ho sempre detto che sarebbe un’ottima idea aprire un vero dibattito nazionale sul soggetto, e non solo in Inghilterra, con veri argomenti e fatti, non solo la propaganda isterica degli euro-scettici che giocano su tutte le paure dell'”altro”. La manovra sarebbe rischiosa, senza dubbio, vista la qualità della stampa inglese: una maggioranza di lettori legge solo i tabloids ed i giornali gratuiti, che alternano il divertimento beota, con pettegolezzi su “famosi”, invece d’informate con fatti e dati. Nei tabloidi, l’informazione politica é manicheista ad oltranza: gli “stranieri” sono tutti stupidi e malvagi, gli Inglesi tutti buoni e bravi, di solito vittime innocenti dei malvagi. La colpa é sempre dell’altro, quello diverso, quello non-Inglese. Poi ci sono quelli che leggono i broadsheets o giornali di qualità, che sono tutti schierati: a sinistra o destra, con una netta maggioranza a destra anti-Europea, compreso il Times di Rupert Murdoch. Se ci aspettiamo, quindi, un’informazione imparziale, nel classico stile: i “fatti separati dalle opinioni”, conviene non contarci troppo.

Fin dal tempo della sua candidatura alla leadership del partito conservatore, sei anni fa, Cameron ha manovrato in modo ambiguo tra l’utilità di stare in Europa, senza mai scontentare gli euroscettici ad oltranza del suo partito, che come minimo chiedono di eliminare la gran parte dei regolamenti e leggi europee. Alla fine, si é visto il risultato durante il summit di Bruxelles del 9 dicembre, quando Cameron non ha avuto altra scelta che dire NO.

Se si indicesse un referendum sull’Unione Europea in Inghilterra, c’é poca speranza che ci sia un dibattito intelligente, a livello nazionale: sarebbe basato molto più sull’emozione che sui fatti. Si, gli Inglesi non sono più stiff upper lip ed impassibilità davanti all’avversità: sono emotivi, d’umore variabile, pettegoli e colla lagrima facile – almeno le classi che leggono i tabloid e guardano i programmi TV trash (quindi la stragrande maggioranza). Ma, per fortuna, sono anche ottimi commercianti e pragmatici, che vedono bene dov’é il loro interesse e che non si lasciano raccontare balle troppo facilmente. In conclusione, ben venga il referendum, finalmente, e che decidano se vogliono restare nell’Unione Europea. Se si, che lo facciano seriamente, se no, buona fortuna: c’é vita al di fuori dell’Europa, anche se perderanno qualche vantaggio. In ogni caso, per citare Ted (fondatore della CNN) Turner: Lead, follow, or get out of the way – conduci, segui o tirati fuori dai piedi.

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